Droni e riservatezza

Droni e riservatezza

Il continuo evolversi della tecnologia ha introdotto nel nostro quotidiano una nuova possibile minaccia per la privacy di ciascuno di noi: i droni.

Per “drone” si intende una speciale categoria di oggetti volanti: Aeromobile a Pilotaggio Remoto (APR), ovvero dispositivo di varie dimensioni capace di librarsi in cielo senza necessità di un pilota a bordo, che , armato di radiocomando, ne dirige i movimenti a distanza.

I droni sono sempre più utilizzati per effettuare Riprese video: sugli stessi vengono spesso montate videocamere per delle riprese aeree, sia a scopo professionale – nel cinema o nella cartografia dall’alto – ma anche ludico – videoamatori. L’utilizzo dei droni per scopi ricreativi è lecito e divertente, ma occorre sempre rispettare la privacy degli altri e informarsi bene sulle regole previste dall’ENAC per far volare i Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto.

La presenza di un drone che effettua riprese nelle vicinanze può dare la sensazione di essere osservati, inducendo disagio e influenzando il normale comportamento delle persone che possono non sentirsi libere all’interno del proprio spazio privato.
Già nel giugno 2015 le Autorità per la privacy europee riunite nel gruppo WP29 hanno adottato un parere sull’uso civile dei droni, chiarendo come non sia tanto l’utilizzo dei droni ad essere problematico, quanto gli effetti potenzialmente invasivi che potrebbero discendere dal loro uso.

In base a tali considerazioni e a quanto previsto dal nuovo Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali, i droni, come tutti i dispositivi elettronici, devono rispettare i principi di privacy by design e privacy by default e devono dunque essere costruiti e configurati per raccogliere meno dati possibili. Sicuramente, però, anche il corretto utilizzo di tali dispositivi è importante al fine di tutelare la privacy di ciascuno.
A tal proposito, il garante è intervenuto con una scheda informativa a dettare alcune regole da seguire per chiunque utilizzi un drone a fini ricreativi munito di fotocamera:
se fatto volare in un luogo pubblico (parchi, strade, spiagge) si deve evitare di invadere gli spazi personali e l’intimità delle persone. Il Garante sottolinea che la diffusione di riprese realizzate con il drone (sul web, sui social media, in chat) può avvenire solo con il consenso dei soggetti ripresi (fatta eccezione per particolari usi connessi alla libera manifestazione del pensiero, come quelli a fini giornalistici). Ci sono però situazioni nelle quali è difficile raccogliere il consenso degli interessati: in tali casi è possibile diffondere le immagini SOLO se i soggetti ripresi non sono riconoscibili (ad es. perché ripresi da lontano o perché resi non identificabili con l’utilizzo di appositi software per oscurare i loro volti.

È sempre vietato invece far volare i droni sopra spazi privati quali abitazioni e/o giardini (si potrebbero violare orme penali!), nonché riprendere e diffondere immagini che contengono dati personali come targhe di macchine, indirizzi di casa, ecc. in quanto informazioni che indirettamente potrebbero portare all’identificazione di persone fisiche e configurerebbero un trattamento di dati non autorizzato, in evidente violazione con la normativa vigente.
Per non incorrere nel rischio di violare le disposizioni in materia di protezione dei dati personali il Garante suggerisce di usare questi strumenti adottando cautele per non invadere la sfera personale degli altri, magari anche comunicando preventivamente le proprie intenzioni. Per esempio, nel caso in cui si voglia riprendere con un drone una festa organizzata nel proprio giardino, sarebbe opportuno prima avvisare i vicini, i quali hanno il diritto di chiedere di non essere – anche solo inavvertitamente – ripresi nella loro sfera privata.

Un’altra buona pratica che il Garante suggerisce è quella che il pilota del drone sia sempre ben visibile, in modo da non suscitare sospetti e al fine di permettere all’interessato di manifestare o meno il proprio consenso ad essere oggetto di riprese e di vedersi dunque garantite le tutele previste dalla normativa vigente.

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